IN PUGLIA A SPECCHIA NEL BORGO ANTICO DEL SALENTO
febbraio 2018 - Nel Salento in provincia di Lecce si trova Specchia, dichiarato uno dei borghi piu' belli d'italia:il nome del paese deriva dal cumulo di pietre a secco disposte in forma conica, chiamato “specchia”, che i Messapi utilizzavano come opere di difesa o postazioni di vedetta. La “specchia di pietre” era chiamata nel medioevo Specla de Amygdalis con riferimento agli alberi di mandorlo di cui era ricchissima la zona. Di qui anche la leggenda della derivazione del nome non dalle antiche specole ma dalla matrona romana Lucrezia Amendolara.
Lontane le origini del paese:per sottrarsi alle frequenti ed improvvise scorrerie dei saraceni, è probabile che già intorno al IX secolo un piccolo nucleo di contadini e pastori hanno occupato questo colle abbastanza elevato e lontano dal mare.
Le popolazioni salentine non solo dovevano difendersi dalla crudeltà dei corsari che venivano dal mare, ma anche dalle numerose guerre intestine combattute dai baroni del Regno, per la conquista di un feudo più grande e più ricco ed in assenza di un forte potere centrale.
La collina di Specchia costituiva un luogo sicuro. Il nucleo di persone che aveva trovato facile rifugio nelle numerose grotte di questi luoghi prevalentemente carsici, si ingrandiva sempre più con l'aggiunta di nuovi fuggiaschi. La collina cominciò ad essere cinta di grandi muraglie, torrioni ed altre opere militari.
Delle mura oggi non rimane più niente ma fino al 1931 c'erano ancora alcuni resti. Il fortino è rimasto intatto fino al 1952 quando è stato demolito per l'ampliamento della piazza del mercato. A ricordo delle mura sono rimaste due strade: Via Mura di Ponente e Via Mura di Levante. Delle torri quattrocentesche ne restano ancora due anche se sono inglobate in costruzioni successive. Hanno base rettangolare e sono ornati da una finestrella circolare forse per l'uso delle armi da fuoco.
Notizie certe e documentate sul paese si hanno a partire dall'anno Mille quando, durante la dominazione Normanna, venne incorporato da Re Tancredi al contado di Lecce e data in feudo alla famiglia Monteroni, verso il 1191.Il feudo fu poi acquistato, nel 1319, dai Ramondello Orsini Del Balzo che lo associarono al principato di Taranto di cui fece parte fino al 1463. In questo periodo Specchia, come tutti i feudi del principato di Taranto, passo al regio Demanio e da questo a Ferdinando d'Aragona che lo donò ai Guarini. Fino al 1806, epoca della soppressione feudale, si successero numerosi feudatari a cui ancora oggi sono intitolate numerose strade del centro storico.
La famiglia che più onorò la cittadina fu quella dei Ripa il cui capostitipe, Nicolò, fu notaio di Federico I.L'ospitalità e' una delle virtu' che caratterizza l'anima di Specchia: arrivando nella piazza principale del paese sembra entrare in un altro mondo ricco di storia e di umanità della gente del posto.
Il percorso di visita che vi consigliamo e' il seguente:
La chiesa della Madonna Assunta è una costruzione seicentesca situata nei pressi dell'antica Porta del Foggiaro o Porta Lecce. All'edificio posto in posizione elevata rispetto al piano stradale, si accede con un sistema di rampe simmetriche ma non allineate al fronte della chiesa. La facciata è scandita da un sistema di nicchie e da aperture ed è coronata da trabeazione e timpano di gusto barocco. L'interno è ad aula unica con transetto privo di braccio destro.
Convento dei Francescani Neri
La costruzione della chiesa e del convento dei Francescani Neri risale ai primi decenni del Cinquecento; nel 1531 si svolse nel convento il Capitolo dei Francescani Neri, come riportato in una iscrizione.
L'edificio sacro fu rinnovato nel Settecento secondo il gusto barocco dell'epoca. Sul muro a sinistra della facciata è presente un altorilievo in pietra leccese raffigurante probabilmente un componente dei Protonobilissimo che contribuì all'edificazione della chiesa.
Dopo la soppressione degli ordini religiosi, il convento subì numerose trasformazioni e fu adibito nel 1885 ad educandato femminile dalle Figlie della Carita' e nel 1945 trasformato in orfanotrofio. Fu definitivamente chiuso nel 1980 e restaurato di recente.
La Chiesa e l' annesso Convento dei Francescani Neri hanno una data certa, il 1531, quando si svolse nel convento il Capitolo dei Francescani Neri, come riportato in una iscrizione.
Del 1532 è la costruzione della cappella di S. Caterina Martire, splendidamente affrescata con scene della vita di S. Caterina e del suo martirio. La cripta, scavata nella roccia è sorretta da 36 colonnine su quattro linee e porta sulle pareti tracce di affreschi di S. Cosimo, S. Damiano, il martirio di S. Agata.
Palazzo Protonobilissimo Risolo
Nella piazza principale di Specchia, Piazza del Popolo, sorge il Castello Risolo, un edificio fortificato costruito nel XVI secolo. Inizialmente, il Castello Risolo era una struttura isolata, successivamente fu poi incorporata in altre costruzioni.
Due torrioni alti quadri emergono sugli angoli dell'antica struttura quadrangolare. Il fronte orientale si affaccia sulla Piazza del Popolo. Il portone anteriore è sovrastato dallo stemma e da due statue. Appartenuto a varie famiglie importanti, il Castello Risolo fu trasformato in palazzo marchese dalla famiglia Protonobilissimi (da qui il nome Castello Protonobilissimo), marchesi di Specchia nel corso dei secoli XVI e XVII. Struttura fortificata quadrangolare di impianto tardo quattrocentesco costruito in tufo, impasto di calce e terra rossa locale, inizialmente isolata e poi collegata ad altri edifici tra i quali emergono due alti torrioni quadrati.
Dopo la distruzione di un precedente castello e delle mura urbiche tra il 1434 e 1435 ad opera delle truppe guidate da Giacomo Caldora alleato di Luigi terzo D'Angio' e rivale del barone locale Giacomo Del Balzo, a sua volta schierato con il principe di taranto Giovanni Del Balzo Orsini e con Alfonso D'aragona – furono i Del balzo a provvedere negli ultimi decenni del 400 al nuovo incastellamento di Specchia.
La nuova struttura fortificata conobbe modifiche non marginali tra 500 e 600 e nel 700 fu trasformato in edificio residenziale ad opera dei marchesi Protonobilissimi , appunto Desiderio Protonobilissimo, principe di Muro Leccese e la moglie Margherita Trane detentrice del feudo di Specchia dopo la morte del Padre Ottavio, sono rappresentati dalle due statue che, divise da uno stemma, sovrastano il portone in bugnato che costituisce l'ingresso del castello. E nella sua veste settecentesca si presenta oggi la sua facciata principale.
Attualmente l'edificio, sottoposto ad un restauro che ne ha conservato le caratteristiche di palazzo fortificato diviene location di alcune mostre ed eventi espositivi, convegni e celebrazioni di matrimoni civili.
Frantoi Ipogei
Sotto le strade di Specchia si snoda la via dei Frantoi ipogei all'interno di un percorso quasi interamente sotterraneo. A Specchia si possono ammirare quattro frantoi ipogei: Scupola, Cicca, Perrone e Francescani neri, testimonianze storiche dell'enorme produzione dell'olio di oliva dei secoli scorsi.
I frantoi sono stati edificati nei secoli XV – XIX, ipogei ed in minima parte semipogei, sono stati ricavati in banchi calcarenitici di "tufo" o "pietra leccese". Il piano di calpestio è inferiore dai tre ai cinque metri, rispetto al piano stradale o piano campagna. Si presume che fossero di due tipi le ragioni per cui i frantoi erano realizzati sottoterra, il primo di natura economica, in quanto la facilità di scavo rendeva più conveniente il lavoro al contrario di una costruzione in superficie; la seconda è di natura tecnica, infatti, per agevolare la separazione dell'acqua dall'olio d'oliva, occorreva mantenere una temperatura costante che si aggirava intorno ai 19 20 gradi, ed anche per questo si preferiva orientare l'ingresso verso Sud per ripararsi dal vento di tramontana.
I frantoi ipogei di Specchia sono accessibili grazie alle visite guidate organizzate dalla locale Pro loco.
Per informazioni turistiche www.comune.specchia.le.it
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