UNA VACANZA A CASTRO NEL SALENTO   CON LA DEA MINERVA

 

maggio 2017 - L’offerta turistica di tutto il Salento si arricchisce con un ritrovamento eccezionale: la statua della Dea Minerva a Castro, che scrive una nuova pagina di storia di tutto il mondo antico. Sulle orme di Virgilio che descrisse l’approdo di Enea sulle coste italiche nel III Libro dell’Eneide, il professore Francesco D’Andria, archeologo di fama internazionale ha scoperto il tempio della Dea Minerva e il busto della statua dedicata alla Dea. “Siamo al centro del Mediterraneo”, spiega il professore D’Andria, “e Castro era un emporio con un importante porto dove avvenivano scambi commerciali e culturali all’ombra del grande tempio dedicato alla Dea Minerva, che venne realizzato dai Tarantini in terra messapica. Il Tempio stava a proteggere i trattati commerciali e i contratti, ma è anche l’affermazione della potenza di Taranto. Infatti, sebbene non sia stato ancora ritrovato il capo, la Dea Minerva è una dea con il cappello frigio come del resto viene raffigurata nella statuina in bronzo, alta poco più di dieci centimetri, che abbiamo recuperato nel 2008. Quello che scrive Virgilio nell’Eneide è tutto inventato: serviva per dare nobili origini alla fondazione di Roma. Ma Virgilio come il resto del mondo antico conosceva Castro e la descrive con versi di elevata elegia nell’Eneide”.
Il tempio sorgeva sull’arcopoli di Castro che i compagni di Enea vedevano dal mare. Questo eccezionale ritrovamento è avvenuto quasi per caso nel 2007: si scavava per le condutture della fogna, quando emersero antichi reperti. I lavori, grazie anche all’intervento di Luigi Capraro, allora assessore e archeologo allievo di D’Andria, furono subito bloccati con l’apertura del cantiere di scavo che ha riportato alla luce le più alte mura delle città messapiche giunte in perfetto stato di conservazione fino a noi.
Il busto della Dea, alto n metro e dieci, è stato ritrovato coperto da un lastrone, come se a lei fosse stata dedicata una sepoltura da parte di chi voleva disfarsene, ma non voleva distruggerla per un certo timore reverenziale. “Quando l’abbiamo trovata, abbiamo toccato il cielo con un dito”, raccontano Emanuele Ciullo e Amedeo Galati, i giovani archeologi che lavorano sul cantiere di cui il professore D’Andria è il responsabile scientifico.

Grazie al ritrovamento della Statua di Minerva, anche nella Grotta Zinzulusa si è registrato un incremento di visitatori. E’ una tappa irrinunciabile di una vacanza tutta salentina. La Grotta Zinzulusa si trova a Castro e prende il nome dal dialetto zinzulu: come tanti stracci le stalattiti pendono dal soffitto, assumendo le forme più strane. La grotta è abitata sin dalla preistoria dai Gamberi ciechi in un laghetto buio e da spugne che vivono solo qui. Stalattiti e stalagminti hanno dato vita a forme fantastiche come il Duomo e la Torre di Pisa. Richiamano ogni anno migliaia di turisti.