3 luglio 2019 - Un suggestivo percorso ad anello, che diviene un viaggio nella storia alla scoperta di una grande civiltà antica: se è quanto mai attuale il dibattito sulla tutela dei beni culturali in aree di crisi, la mostra “Gli Assiri all’ombra del Vesuvio”, in programma al MANN Museo Archeologico Nazionale di Napoli dal 3 luglio (anteprima stampa alle 11.30/apertura al pubblico alle 17.30) al prossimo 16 settembre 2019, punta simbolicamente i riflettori sulla regione dell’Assiria, che rappresentava la fascia territoriale dell’alto Tigri in corrispondenza della parte settentrionale dell’odierno Iraq.
Su quel lembo di terra, dall’Ottocento in poi, si concentrarono le ricerche di intellettuali ed antiquari, che gettarono le basi per la costituzione di una moderna koinè di studiosi internazionali: tale modello sinergico appare replicato, in maniera suggestiva, dalla rete di collaborazioni che hanno portato alla realizzazione dell’esposizione “Gli Assiri all’ombra del Vesuvio”.
Il progetto scientifico, promosso dal MANN e dall’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, ha selezionato oltre quarantacinque reperti, provenienti, tra l’altro, da British Museum, Ashmolean Museum, Musei Vaticani, Museo Barracco, Musei Civici di Como e Musei Reali di Torino: fulcro dell’allestimento, i calchi ottocenteschi, appartenenti alle collezioni del MANN e non esposti da molti anni.
''Restituiamo oggi al Museo Archeologico Nazionale di Napoli una parte fondamentale della sua identità - dichiara il direttore Paolo Giulierini - il riallestimento dopo 20 anni della collezione Magna Grecia, tra le più ricche e celebri al mondo, è l'esito di un vasto piano di interventi per il riassetto dell'ala occidentale dell'edificio destinata ad accogliere le testimonianze dell'epoca preromana.
Nelle sale del primo piano che ospitano il percorso espositivo, un'esperienza unica attende il visitatore, che potrà letteralmente 'passeggiare nella storia'. Lo farà caminando, con le opportune precauzioni, sui magnifici pavimenti a mosaico provenienti da Villa dei Papiri di Ercolano, da edifici di Pompei, Stabia, dalla villa imperiale di Capri, finalmente recuperati e riportanti alla loro magnificenza.
La storia dei greci in occidente, e quella dei popoliti italici con i quali vennero a contatto, torna quindi a passare per il MANN, e mi piace immaginare questa 'nuova' sezione come un affascinante 'portale della conoscenza' che da Napoli conduca, e sempre più invogli, alla scoperta degli antichi tesori del Mezzogiorno d'Italia''.
In tre sale (dalla 90 alla 93, in prossimità della Meridiana), i visitatori sono condotti a scoprire, in un iter circolare, i tre palazzi che furono il centro del potere e della cultura degli Assiri: si parte dalla ricostruzione del palazzo di Nimrud, in cui erano collocati i rilievi originari di cui il MANN presenta i calchi; si passa, poi, a Ninive, per affrontare i temi dell’imperialismo e della guerra contro gli Arabi e contro l’Elam; infine, si “entra”, simbolicamente, nelle sale del palazzo di Korsabad, dove viene presentata la testa di Sargon II, proveniente dai Musei Reali di Torino, per esaltare, appunto, il motivo del potere del sovrano.
Un approfondimento ad hoc è riservato, naturalmente, alla storia dei calchi ed alla loro inclusione nelle collezioni del MANN.
I calchi furono realizzati da Domenico Brucciani per riprodurre i rilievi neoassiri, rinvenuti nei palazzi di Assurnasirpal II (883-859 a.C.) a Nimrud e di Assurbanipal (668-630 a.C.) a Ninive, e conservati oggi nell’Assyrian Basement del British Museum di Londra: qui è raccolta una vera e propria summa della cultura assira, perché i rilievi, databili dal IX al VII secolo a.C., decoravano i palazzi dei sovrani e costituivano la parte iconografica di un significativo fenomeno di propaganda politica ante litteram, volta a celebrare le gesta dei regnanti.
Le riproduzioni delle grandi lastre in calcare giunsero al Museo Archeologico Nazionale grazie al dono di Alessandro Castellani: questo ambiguo e discusso esperto d’arte, in esilio a Napoli, ebbe il merito di comprare i calchi e di affidarli all’istituto allora diretto da Giuseppe Fiorelli, dove sono stati sempre custoditi, ricevendo adesso, grazie alla mostra, una nuova valorizzazione.
All’Archeologico fu legato, soprattutto, Henry Austin Layard, autore delle fortunate campagne di scavo che portarono in Inghilterra, nel cuore dell’Ottocento, alcuni capolavori dei palazzi neoassiri: vicino, ancora una volta, a Giuseppe Fiorelli, anche per la condivisione degli ideali risorgimentali, Layard donò al Museo un frammento di rilievo assiro ed alcuni pregevoli libri, riproposti nel percorso espositivo per inquadrare le tappe più importanti della scoperta dell’Assiria.
Accanto ad un ritratto di Lady Layard affacciata sul Canal Grande, a documenti e litografie che ripropongono le campagne di scavo, un touch screen permette al pubblico di sfogliare, leggere ed ingrandire le pagine dei testi appartenuti all’archeologo inglese.
Peculiarità della mostra sugli Assiri è l’allestimento di un’interessante sezione tecnologica, il cui coordinamento è affidato al prof. Ludovico Solima (Università della Campania “Luigi Vanvitelli”). Per la prima volta al MANN è creato uno spazio immersivo, teso a divenire corner multimediale permanente: in questa stanza sono proiettati in contemporanea tre diversi filmati, realizzati da Capware (regia: Marco Capasso/ musiche originali: Antonio Fresa) per approfondire i contenuti scientifici della mostra.
Nei punti segnalati nell’intero percorso espositivo, inoltre, è possibile utilizzare occhiali multimediali con lenti trasparenti (costruttore: Applit) per fruire degli effetti suggestivi di Realtà Aumentata (il servizio ha un costo aggiuntivo di 5 euro, con riduzioni a 3 euro, tra l’altro, per titolari OpenMann ed Artecard); in particolare sono riproposte sia le ricostruzioni 3D degli ambienti degli antichi palazzi Assiri, sia le animazioni 3D basate sui dettagli dei bassorilievi in mostra. I dispositivi funzionano come un “navigatore culturale”, grazie al quale vengono mostrati, in sovrapposizione alla realtà visiva, i punti d’interesse e le relative informazioni «aumentate» (testo, immagini, audio, video): in tal modo si ricrea quanto non è più visibile in monumenti ed opere d’arte.
L’intera mostra, inoltre, è concepita come percorso multisensoriale: la vista è messa in gioco, naturalmente, non soltanto dalle opere presentate, ma anche dalle ricostruzioni virtuali e dalle tecnologie di videomapping; l’udito è coinvolto dai filmati del corner multimediale, arricchiti dalle musiche composte da Antonio Fresa; la percezione tattile è garantita dalla stampa di oggetti in 3D, a disposizione degli utenti con disabilità visiva; l’olfatto è stimolato dai diffusori di fragranze che, in una sala, ricreano i profumi di un giardino assiro; il gusto, infine, è legato al merchandising di prodotti alla liquirizia, realizzati dalla fabbrica Amarelli e personalizzati con la grafica degli Assiri (questo popolo utilizzava la liquirizia a scopi medicinali).
La mostra “Gli Assiri all’ombra del Vesuvio” è stata realizzata con il contributo della Regione Campania (POC Campania 2014-2020) e dell’Ismeo (Associazione Internazionale di Studi sul Mediterraneo e l’Oriente).
Da metà luglio, in occasione dell’esposizione e nel quadro della convenzione siglata tra il MANN ed il Consorzio UnicoCampania, sarà messo in vendita il TIC (Ticket Integrato Campania) che, una volta validato, consentirà lo sconto di due euro in biglietteria per visitare la mostra ed il Museo. Per informazioni www.museoarcheologiconapoli.it