Milano, Fabbrica del Vapore: 6 dicembre 2017 - 1 aprile 2018 CHE GUEVARA. TU Y TODOS
Il 9 ottobre del 1967 Ernesto Guevara, catturato in Bolivia insieme ai compagni di guerriglia, dopo un lungo interrogatorio, viene assassinato nel piccolo villaggio de La Higuera.
Gli scatti dei fotografi che ritraggono il suo corpo steso su un tavolo all’ospedale di Vallegrande fanno il giro del mondo, così come l’annuncio della sua morte da parte di Fidel Castro.
Il combattente, l’eroe, se n’era andato ma il suo ricordo e il suo mito sarebbero rimasti intatti fino ad oggi.
A cinquant’anni dalla sua morte, dal 6 dicembre 2017 al 1 aprile 2018 (anno in cui ricorrono i novant’anni dalla nascita) a Milano alla Fabbrica del Vapore, una mostra spettacolare e di grande narrazione ci porterà dentro la Storia, a rivivere gli avvenimenti cruciali e il mito del Che, ma anche a scoprire l’uomo, i suoi affetti, gli ideali e i turbamenti, grazie al ricchissimo e in parte inedito materiale di archivio del Centro Studi Che Guevara a L’Avana e ai linguaggi delle più innovative tecnologie.
Ideata e realizzata da SIMMETRICO Cultura, la mostra è prodotta da Alma, RTV Comercial de l’Avana e dal Centro Studi Che Guevara, coprodotta dal Comune di Milano e Fabbrica del Vapore con il patrocinio e la collaborazione scientifica, per il contesto storico e geopolitico, dell’Università degli Studi di Milano e dell’Università IULM. Catalogo Skira.
Alla base dell’evento, l’accordo di collaborazione cinquantennale siglato da ALMA con il Centro Studi per la valorizzazione dell’Archivio, patrimonio d’interesse universale riconosciuto dall’Unesco nel 2014, con l’inserimento nel progetto “Memorie del Mondo”.
Oltre 2000 documenti – lettere, diari, foto ufficiali e private, la biblioteca personale, gli scritti autografi dei discorsi e delle opere letterarie, i video d’epoca, sono stati per due anni vagliati e tradotti e più della metà verranno riprodotti e riutilizzati in mostra per raccontare la storia di un uomo chiave del ‘900 - borghese, medico, marito e padre – che di fronte agli eventi, alla situazione geopolitica, alla visione delle ingiustizie sociali non è rimasto indifferente, si è interrogato e, al di là delle risposte date, ha scelto di agire in prima persona.
Il punto di partenza della mostra sarà proprio accettare di vedere la realtà che aveva colpito così profondamente Ernesto Guevara.
Il percorso - sviluppato in 1000 metri quadrati all’interno della Fabbrica del Vapore - inizia dunque con una sfida: superare una linea gialla.
Una parete di 16 metri a fasce mobili, retroproiettata, mostra le immagini edulcorate proposte negli anni Cinquanta da Hollywood, dalle riviste di moda, dalla pubblicità delle grandi imprese delle società consumistiche. All’avvicinarsi dei visitatori però le immagini bruciano, per lasciare il posto a un’altra realtà fatta di povertà e malattie, ingiustizie sociali, sfruttamento del lavoro, mancanza di libertà.
Superata quella linea, inizia il viaggio nella storia di Ernesto, poi diventato El Che, che culminerà in un’installazione artistica realizzata appositamente da uno dei pionieri della Perceptual Art, Michael Murphy: “Il Volto di Che Guevara”.
La mostra, con la direzione artistica di Daniele Zambelli, la curatela di Daniele Zambelli,Flavio Andreini, Camilo Guevara e Maria del Carmen Ariet Garcia e una “colonna sonora”originale composta da Andrea Guerra – vincitore del premio Soundtrack Stars 2017 alla 74esima Mostra del Cinema di Venezia – si sviluppa filologicamente su tre livelli, affidati a diversificate soluzioni multimediali coinvolgenti e di particolare efficacia comunicativa.
Il primo livello racconta, con un’impostazione narrativa di stampo giornalistico, il contesto geo-politico. Il secondo è biografico, per ripercorrere con ampi e inediti materiali d’archivio e con tono documentaristico gli avvenimenti privati e pubblici del personaggio: i suoi famosi discorsi ufficiali, le riflessioni su educazione, politica estera ed economia, il senso della rivoluzione e la speranza nell’“Uomo Nuovo”.
Infine, c’è un livello a-temporale narrato con tono intimistico: è il racconto degli scritti più personali, dai diari alle lettere a familiari e amici, fino alle inedite registrazioni di poesie dedicate alla moglie Aleida, dove dubbi, contraddizioni, riflessioni prendono corpo.
Da questo livello narrativo emerge l’uomo, l’intensità delle domande che il Che poneva a se stesso, la difficile scelta fra l’impegno nella lotta contro l’ingiustizia sociale e la dolorosa rinuncia agli affetti e a una vita più sicura.
Sono 4 “Album” ad aprire il percorso della mostra: suggestivi montaggi di ricordi personali “di” e “su” Ernesto Guevara prima di diventare El Che, il guerrillero”. Alle spalle dei visitatori intanto, la storia in pillole di Cuba: dall’arrivo di Cristoforo Colombo al 1953, con la sospensione delle garanzie costituzionali da parte del dittatore Fulgencio Batista.
Il primo e il secondo Album ripercorrono rispettivamente gli anni dal 1928 al ‘41 e dal 42’ al ‘49, voci narranti sono i ricordi delle persone che avevano frequentato il giovane in quegli anni: il padre ingegnere, la mamma Celia de la Serna, i fratelli, gli zii, l’amica Tita Infante, i compagni di giochi e di università. Ecco le vacanze al mare, la sua brutta bronchite asmatica;il carattere ribelle a scuola, le avide letture, compreso Freud a 14 anni, e gli appunti filosofici;
e poi il rugby e la rivista fondata con i compagni in cui Ernesto scriveva con lo pseudonimo di Chang–Cho, finto cinese per il nomignolo spagnolo “sporco” affibbiatogli da alcuni amici.
Ernesto s’iscrive a medicina, fa l’infermiere per guadagnarsi da vivere, parte a 22 anni per il suo primo viaggio per le province argentine del Nord su una bicicletta dotata di un piccolo motore, Cucciolo. Percorre oltre quattromilacinquecento chilometri.
Seguiranno altri viaggi fondamentali per la sua formazione di cui ci parlano i due successivi Album, che vanno dal ’50 al ’52 e dal ’53 al ’56, quando lascia definitivamente l’Argentina per Cuba, la guerriglia, il suo destino di rivoluzionario.
Qui sono i diari di Guevara a tirare le fila del racconto:“Notas de Viaje” (il “Diario di una Moticicletta”) e “Otra Vez”.
La prima peregrinazione nel Continente in compagnia di Alberto Granado, con la motocicletta chiamata “Poderosa II” è stato un viaggio denso di scoperte, delle proprie radici più profonde,e di avventure. I ricordi dei lavoratori delle terrificanti miniere di Chuquicamata, o i lebbrosari in cui va ad aiutare i malati lo segneranno per sempre.
Nel ’53 comincia la seconda traversata dell’America Latina, “Otra Vez”, con un percorso deciso in anticipo: visitare la Bolivia e andare alla scoperta della rivoluzione del 1952. Continua a studiare, inizia a scrivere un libro che conclude ma che non verrà mai pubblicato sulla funzione del medico in America Latina, assume posizioni politiche più radicali, fino a quando nel ‘55 conosce Fidel Castro. Un incontro fatale.
Un’installazione propone un focus sugli anni durissimi della guerriglia ma anche sui suoi antefatti: la dittatura di Batista e la situazione socio-economica nella Cuba pre-Castro.
Tra gli eventi emergono i caratteri della personalità di Guevara che organizza scuole rurali,istruisce i contadini e, pure in condizioni di vita disumane, tra marce forzate e attacchi d’asma,cura i feriti, anche quelli dei nemici, s’inventa dentista e insegna a leggere e scrivere ai suoi compagni.
L’importanza dello studio e dell’istruzione saranno del resto una costante anche nelle lettere ai figli, nelle cartoline che invia alla famiglia, così come costante sarà la passione per i libri,tanto che pure nel disastro della guerriglia in Congo, nel 1965, trova il modo di chiedere alla moglie d’inviargli una serie di volumi: classici greci come le tragedie di Eschilo, Sofocle e Euripide, i testi di Platone e Aristotele, le Vite Parallele di Plutarco Erodoto; ma anche il Don Chisciotte, Racine, Dante, Ariosto, Il Faust di Goethe; Le opere complete di Shakespeare.
L’immersione negli eventi pubblici e privati che costellano la vita del Che continua in un percorso biografico particolarmente coinvolgente, una linea del tempo ricchissima di immagini storiche, filmati, registrazioni di discorsi dal 1959 “Ano de la Liberacion” al 1967 l’anno della missione in Bolivia, l’ultima avventura.
Continuo il richiamo in apposite “stazioni” al contesto geopolitico e storico nel mondo, con la cronologia degli avvenimenti che segnano in quegli anni la trasformazioni sociali.
Nel mezzo, tre vere e proprie “stanze”, in cui al di là della retorica ufficiale, del mito e della politica, possiamo incontrare l’uomo, con le sue riflessioni, le sue emozioni, la sua voce.Centinaia di pensieri, di diari, di lettere ci rivelano intimamente una delle personalità che più profondamente hanno segnato un’epoca.
Saliti al piano superiore della Fabbrica del Vapore alcuni tavoli interattivi consentiranno approfondimenti e la consultazione integrale di numerosi documenti, una sala proiezioni permetterà la visione della filmografia sul Che e farà da teatro agli eventi - incontri, conferenze,concerti, ecc - che accompagneranno e animeranno la mostra per l’intera durata.
Infine, l’invenzione creativa del geniale artista americano Michael Murphy: un’enorme ricostruzione multidimensionale, basata sulla ricomposizione di foto storiche, della “iconografia” più nota del Che, capace di trasformarsi nella sua altrettanto famosa firma.
Parte del ricavato della mostra “Che Guevara. Tu y Todos” sarà destinato a un intervento sociale in favore del Programma “Scuole nel Mondo. L’educazione per ogni bambino”della Fondazione Paoletti in sostegno al centro educativo “Bayt Al Amal” (la casa della speranza) in Siria.
In occasione della mostra e del cinquantennale è inoltre prevista la realizzazione di un importante DocuFilm su Che Guevara.Una produzione Magnitudo Film, RedString Pictures e ALMA. Per info www.mostracheguevara.it