LAC Lugano Arte e Cultura, Svizzera:

9 aprile–27 agosto 2017 Boetti/Salvo “Vivere lavorando giocando”

Spazio –1. Collezione Giancarlo e Danna Olgiati: 9 aprile–23 luglio 2017    Torino 1966–1973


Alighiero Boetti e Salvo  Vernazza, 1969  Photo: Anne Marie Sauzeau

aprile 2017 - Il Museo d’arte della Svizzera italiana prosegue la sua riflessione su alcune figure e movimenti che hanno segnato la storia dell’arte contemporanea presentando, a partire dal 9 aprile fino al 27 agosto 2017, la mostra “Boetti/Salvo. Vivere lavorando giocando”. L’esposizione intende indagare la relazione intellettuale e di amicizia intercorsa tra Alighiero Boetti e Salvo nella Torino dei tardi anni Sessanta. In concomitanza allo Spazio –1. Collezione Giancarlo e Danna Olgiati, l’allestimento dal titolo “Torino 1966–1973”, documenta il vitale contesto artistico dell’Arte povera in cui i due artisti si trovarono ad operare.
Alighiero Boetti (1940–1994) e Salvo (1947–2015), fra le figure più originali della scena artistica italiana della seconda metà del Novecento, iniziarono la loro attività sul finire degli anni ’60 a Torino, città in quel periodo teatro di particolare fermento artistico e intellettuale, e lì, dal 1969 al 1971, condivisero lo studio in Corso Principe Oddone 88. Il sottotitolo stesso dell’esposizione, “Vivere lavorando giocando”, è una citazione di Salvo che, nel maggio 2011,
definì con questi tre termini il suo rapporto con Alighiero in occasione di una giornata di studio dedicata a Boetti. La mostra di Lugano intende dunque dare forma visiva a questa intensa avventura esistenziale in cui “giocare” con l’arte era in realtà attività rigorosa, avvincente ed irrinunciabile.
L’esposizione “Boetti/Salvo. Vivere lavorando giocando” presenta circa centocinquanta opere e si avvale di prestiti internazionali concessi dall’Archivio Alighiero Boetti di Roma, dall’Archivio Salvo di Torino, da musei e gallerie e collezioni private.
La prima parte dell’esposizione si concentra sul dialogo e lo scambio di matrice concettuale tra i due artisti al volgere degli anni ’70, periodo d’intensissima frequentazione nel clima di generale rinnovamento della Torino dell’Arte povera, allora animata da spazi vitali e innovativi quali le gallerie Sperone, Notizie e Christian Stein. In questi anni Boetti è orientato verso una costante riformulazione della sua identità d’artista: l’idea di autorialità, di messa in scena del soggetto nel suo raddoppiarsi, moltiplicarsi o perdersi è ossessivamente presente nella sua ricerca.

Alighiero Boetti  Ordine e disordine  1973  ricamo su tessuto   17,5 x 17,5 cm  Collezione Giulio e Anna Paolini, Torino  Photo: Paolo Mussat Sartor, Torino

Parallelamente il tempo, inteso sia come oggetto di riflessione sia come attiva forza creatrice, diviene motivo di sfida e confronto costante. Nello stesso periodo prende avvio la fascinazione per l’“ordine e disordine” dei fenomeni della realtà indagati da Alighiero alla ricerca di un sistema di regole, leggi, criteri ordinatori che, applicati a parole e immagini, dettino la configurazione dell’opera su spazi bidimensionali. Per Salvo gli anni a cavallo tra il 1969 e i primi ‘70 rappresentano il momento dell'affermazione della propria identità e l’assunzione del proprio Ego a soggetto di riferimento e di celebrazione del sé attraverso un processo di autostoricizzazione venato d’ironia. Fino al 1972 circa, lavori fotografici di matrice concettuale si alternano alle lapidi e ai ricami caratterizzati da iscrizioni di parole e frasi. Attorno al 1973 Salvo, noto per la sua memoria prodigiosa e il suo sapere enciclopedico, vira verso una pittura figurativa intrisa di riferimenti alla storia dell’arte, scelta del tutto insolita in quella stagione di concettualismo dominante. Sia Boetti sia Salvo si interrogano dunque, pur con accezioni e modalità diverse, sulla rappresentazione del sé, sulla loro identità di individui e di artisti mantenendo sempre fisso lo sguardo sulla complessità del reale (Boetti) e sul mistero dell’arte (Salvo). Nelle prime sezioni il percorso espositivo si articola in capitoli quali “Immagine del sé”, “Fare frasi”, “Tautologie”, “Pensare il tempo” e “Mappe”, in cui le opere dei due artisti dialogano direttamente.
La seconda parte della mostra, dal titolo “Infinita varietà del tutto”, mette a fuoco, invece, gli sviluppi successivi delle rispettive ricerche condotte ormai in modo completamente autonomo, l’allestimento tiene conto, dunque, della progressiva distanza venutasi a creare tra i due artisti. A partire dal 1972, anno del trasferimento di Boetti a Roma, rimane tra i due artisti una comune adesione a temi quali l’identità, il viaggio o la morte, ma è la concezione stessa della superficie bidimensionale nell’uno e della pittura nell’altro a dividerli irrimediabilmente. Salvo, da metà degli anni Settanta, si dedica al mezzo pittorico in modo totalizzante, mentre Boetti si orienta, sebbene non esclusivamente, verso la pratica concettuale della proliferazione e della delega assegnando cioè ad assistenti, collaboratori e artigiani, a volte a lui sconosciuti, la realizzazione delle opere, spesso concepite in serie, cicli o varianti. Entrambi aprono la strada a una molteplicità di linguaggi e tecniche offrendo un fondamentale contributo alla riflessione concettuale degli anni ’60 e ’70 del Novecento. Boetti e Salvo rimangono ancora oggi figure di riferimento per le generazioni di artisti postconcettuali del ventunesimo secolo.
Agata Boetti, dell’Archivio Alighiero Boetti, e Norma Mangione con Cristina Tuarivoli, dell’Archivio Salvo, hanno svolto un ruolo essenziale nella preparazione della mostra. Le preziose informazioni e i materiali, talvolta inediti, generosamente messi a disposizione hanno costituito un valore fondamentale per il progetto espositivo.

Torino 1966–1973 (Spazio -1, 9 aprile–23 luglio 2017)
Con l’obiettivo di ricostruire l’intenso scenario artistico e culturale entro cui Boetti e Salvo intrapresero i rispettivi percorsi, viene presentato presso lo Spazio -1. Collezione Giancarlo e Danna Olgiati un allestimento volto a documentare il clima artistico a Torino tra gli anni ‘60 e ’70. Un periodo, questo, di grande vitalità espressiva caratterizzato, a partire dal 1967, dalla formazione del movimento dell’Arte povera ispirato dal critico Germano Celant. Opere scelte di Giovanni Anselmo, Pierpaolo Calzolari, Luciano Fabro, Piero Gilardi, Aldo Mondino, Mario Merz, Marisa Merz, Giulio Paolini, Giuseppe Penone, Gianni Piacentino, Michelangelo Pistoletto, Emilio Prini e Gilberto Zorio e degli stessi Alighiero Boetti e Salvo testimoniano gli esiti più significativi di quel momento nonché il vivace clima intellettuale venutosi a creare a Torino in quegli anni.
Le opere in mostra, 30 circa e tutte selezionatissime, provengono dalla Collezione Olgiati, da depositi a lungo termine al MASI e da prestiti di musei e collezionisti privati.

Salvo  57 pittori italiani  1975  olio e matita su tavola   95,4 x 79 cm  Eredi Colnaghi  Photo: Agostino Osio, Milano
Le mostre “Boetti/Salvo. Vivere lavorando giocando” e “Torino 1966–1973” sono documentate nel catalogo in italiano e inglese, corredate da immagini a colori di tutte le opere esposte e fotografie inedite. Testi di Bettina Della Casa, Francesco Guzzetti, Giorgio Verzotti unitamente a testimonianze di artisti e amici coevi. Casagrande Edizioni, Bellinzona.

Oltre alle consuete visite guidate gratuite che si svolgono ogni domenica alle 15:00 sia all’esposizione “Boetti/Salvo” sia all’allestimento “Torino 1966–1973”, sono previste per tutta la durata della mostra numerose attività di mediazione culturale volte a favorire la fruizione da parte del pubblico e a trasformare la visita in un’esperienza arricchente ed emozionante.Il programma è disponibile sul sito www.edu.luganolac.ch .

L’offerta espositiva del MASI Lugano, nel corso della primavera, si articola in tre esposizioni. Oltre a “Boetti/Salvo. Vivere lavorando giocando”, fino al 28 maggio il museo rende omaggio a una delle artiste più celebri del Novecento, Meret Oppenheim, presentandola nella mostra “Meret Oppenheim.Opere in dialogo da Max Ernst a Mona Hatoum” accanto ai maggiori esponenti del movimento dada e surrealista e a figure di rilievo nel panorama dell’arte contemporanea. Fino al 2 luglio, è in corso l’ampia esposizione monografia “Craigie Horsfield. Of the Deep Present”, dedicata al grande fotografo britannico, realizzata in stretta collaborazione con il Centraal Museum di Utrecht e per la
quale l’artista ha realizzato un progetto specifico attraverso una particolare modalità esecutiva messa a punto nel corso degli anni.

Informazioni
Boetti/Salvo. Vivere lavorando giocando
LAC Lugano Arte e Cultura Piazza Bernardino Luini 6, 6901 Lugano +41 (0)58 866 4230 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. www.masilugano.ch 
Orari Martedì–domenica: 10:00–18:00.Giovedì aperto fino alle 20:00.Lunedì chiuso.Aperture straordinarie: 14.04, 01.05 e 05.06.2017.

Ingresso  La collezione,Gratuito. Esposizioni temporanee  Intero: chf 15.-.Ridotto: chf 10.- (AVS/AI, over 65 anni, gruppi, studenti 17-25 anni).Gratuito: <16 anni e ogni prima domenica del mese. 

 

Torino 1966-1973

Spazio –1 Collezione Giancarlo e Danna Olgiati, Lungolago Riva Caccia 1, 6901 Lugano +41 (0) 58 866 42 30 (lu–ve) Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. www.collezioneolgiati.ch 

Orari Venerdì–domenica: 11:00–18:00.Aperture straordinarie: 14.04, 01.05 e 05.06.2017.
Ingresso Gratuito
Visite guidate e laboratori creativi Mediazione culturale +41 (0)58 866 4230 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.