VILLA MANIN DI PASSARIANO RIVIVE "L'AVANGUARDIA RUSSA" : dal 7 marzo al 28 giugno 2015 "CAPOLAVORI DALLA COLLEZIONE COSTAKIS" e "ALEKSANDR RODCENKO
Aprono a Villa Manin due mostre dedicate all’Avanguardia Russa del XX secolo, due eventi internazionali per far rivivere un fenomeno unico dell'arte e della cultura del Novecento.Esposte oltre 300 opere raccolte da George Costakis provenienti Salonicco e i rivoluzionari scatti di Rodčenko che giungono da Mosca.
Ammirata e famosa a livello internazionale, giunge per la prima volta in Italia dal Museo Statale d’Arte Contemporanea di Salonicco – dal 7 marzo al 28 giugno 2015 a Villa Manin di Passariano – un nucleo fondamentale dell’eccezionale collezione d’Avanguardia russa di George Costakis: l’uomo che nella Mosca degli anni immediatamente seguenti la Seconda Guerra Mondiale, sfidando i divieti e gli ostracismi del regime stalinista, decise di raccogliere metodicamente testimonianze dell’arte sperimentale russa d’inizio secolo, salvando dalla distruzione e dall’oblio questa componente vitale della cultura del Novecento.
In contatto con le famiglie e gli amici degli artisti, oltre che con i pittori ancora in vita, Costakis - che lavorava come autista prima all’Ambasciata greca e poi in quella canadese - diede vita a una raccolta straordinaria che fino alla metà degli anni ‘70 conservò nell’appartamento moscovita di Vernadskii Avenue. L’abitazione era divenuta una sorta di straordinario museo privato, fucina per la formazione delle giovani generazioni e luogo d’incontro d’intellettuali, artisti e personalità di tutto il mondo che qui mangiavano, bevevano e discorrevano e dei quali restano ricordi, commenti e messaggi nel librone degli ospiti: da Marc Chagall a Henri Cartier-Bresson, da Nina Kandinsky a Edward Kennedy, da David Rockefeller a Igor Stravinsky.
Nel 1977 Costakis se ne andò da Mosca per stabilirsi in Grecia, dopo un anno trascorso a Roma, lasciando alla Galleria Tretyakov una parte della sua collezione. Il nucleo rimanente di 1277 opere che volle portare con sé, venne acquistato nel 2000, a dieci anni dalla sua morte, dallo Stato Greco divenendo la principale collezione del Museo di Salonicco presso il Moni Lazariston.
La mostra “Avanguardia Russa. Capolavori dalla Collezione Costakis”, con circa trecento opere esposte - tra cui dipinti, guaches e acquarelli, lavori d’arte applicata, documenti e un nucleo di un centinaio di disegni sull’architettura costruttivista – si propone come una vera e propria esposizione enciclopedica dell’Avanguardia russa, rappresentativa di tutti i principali movimenti del tempo (dal Nuovo impressionismo e simbolismo al Cubo futurismo, dal Suprematismo al Cosmismo),ricca dei capolavori dei maggiori artisti di quegli anni come Malevič, Popova, Rodčenko, Rozanova, El Lissitzky, Stepanova.
Un’immersione totale – curata da Maria Tsantsanoglou e Angeliki Charistou - per comprendere i cambiamenti radicali e rivoluzionari di quello che è stato definito da Camilla Gray “il grande esperimento” dell’arte del XX secolo.
Dopo l’esposizione a Torino, arriva dunque a Villa Manin una mostra-evento che si arricchisce – in esclusiva per la sede udinese - di un ulteriore nucleo di prestiti con opere di Malevič e Rodčenko mai esposte prima in Italia.
Un rinnovato e originale allestimento punta al pieno coinvolgimento del visitatore anche attraverso l’utilizzo di video e proiezioni per una mostra che si presenta - insieme alla concomitante esposizione dedicata alla fotografia di Rodčenko - l’evento di punta della programmazione primaverile, promosso dall’Azienda Autonoma di Villa Manin e dalla Regione Autonoma del Friuli Venezia Giulia, con il sostegno della Fondazione CRUP, dal Museo Statale 'Arte Contemporanea e la Città di Salonicco con il Ministero della Cultura e dello Sport della Repubblica Ellenica.
Nel Settembre del 1921 Rodčenko mette in mostra tre tele monocromatiche, Puro Colore Rosso, Puro Colore Blu e Puro Colore Giallo , affermando " È tutto finito. Colori di base: Ogni piano è piano e non c'è rappresentazione". Con questa operazione egli considera esaurita la sua ricerca e abbandona temporaneamente la pittura per dedicarsi a nuove forme di arte che siano strumenti di progresso sociale: il collage, il fotomontaggio, soprattutto la fotografia.
È a questo specifico aspetto della produzione artistica di Rodčenko, tra i padri del Costruttivismo, che è dedicata la mostra Avanguardia Russa. Aleksandra Rod čenko. Fotografia, curata da Ol’ga Sviblova ,
che si terrà a Villa Manin a Passariano (UD) dal 7 marzo al 28 giugno 2015, in contemporanea con l’esposizione Avanguardia Russa. Capolavori dalla collezione Costakis per dar vita – insieme- a un affresco unico e irripetibile dell’arte sperimentale russa degli inizi del Novecento.
Nell’ambito delle multiformi sperimentazioni delle avanguardie, precedenti e successive alla Rivoluzione d’ottobre - che nel 1917 spazza via la dinastia dei Romanov, portando Lenin e il partito Bolscevico al potere - l’esperienza artistica di Rodčenko costituisce un momento di straordinario fervore e innovazione. Egli è anzi uno dei principali generatori di questa stagione creativa e intellettuale di cui rispecchia perfettamente lo spirito e l'aura mitica. Pittore, scultore, tipografo, designer di mobili, scenografo, architetto d'interni e fotografo Aleksandr Michajlovich Rodčenko (1891-1956) sperimenta in tutti questi campi nuove forme e nuovi mezzi di "comunicazione", ma è soprattutto nella fotografia che attua una vera e propria rivoluzione.
Il Multimedia Complex of Actual Arts (Moscow House of Photography Museum), che insieme ai familiari e ai maggiori specialisti di questo settore ha promosso negli ultimi anni una lunga e meticolosa campagna di studi, presta in questa importante occasione 100 lavori di Rodčenko rappresentativi dei soggetti più amati dall’artista ma anche delle tecniche, delle invenzioni e delle continue sperimentazioni da lui seguite: a partire dalle copertine della rivista LEF (fronte di sinistra della Arti) alle pubblicità (comprese quelle per il cinema); dai fotomontaggi - evocativa la sua Auto-caricatura del 1922 e i tanti, bellissimi lavori realizzati con la Stepanova sua compagna e sodale – alle foto delle nuove architetture, fino ai ritratti tra cui, famossissimo, quello della madre del 1924, il Ritratto di Lilia Brik per il poster “Knigi” dello stesso anno, Il Pioniere con tromba del 1930.
Un percorso che ci porta a scoprire la “libertà creativa, il talento per l’effetto estetico di forte impatto, la sensibilita per le tendenze artistiche contemporanee e l’audacia nel guardare al futuro” di Rodčenko.
I primi anni Venti, in Russia, furono un periodo di transizione, in cui sperimentazione artistica e sociale coincisero. Rodčenko cominciò ad avvicinarsi alla fotografia per produrre materiali utili ai suoi fotomontaggi, che utilizzava per manifesti e Illustrazioni di libri.
In un paese, la Russia, in cui vi era un alto tasso di analfabetismo, il fotomontaggio - già usato alla fine della Grande Guerra come strumento di denuncia dai dada berlinesi (George Grosz e altri) e dal Bauhaus (László Moholy-Nagy e altri) coi quali Rodčenko aveva stretti rapporti - si rivelò un innovativo ed efficace mezzo di comunicazione, inserendosi nella poetica costruttivista, nemica di uno stile individuale ed esclusivo.
A partire dal 1924 l’artista concentrò invece la sua principale attenzione proprio sul mezzo fotografico col risultato di produrre un vigoroso cambiamento nel concetto stesso di fotografia.
In possesso di una camera Leica, Rodčenko cominciò a riprendere l’ordinario e il quotidiano dandogli una nuova interpretazione, grazie a tagli obliqui e a punti di vista inconsueti. Scriveva nel 1928: «Se si desidera insegnare all'occhio umano a vedere in una nuova maniera, è necessario mostrargli gli oggetti quotidiani e familiari da prospettive ed angolazioni totalmente inaspettati e in situazioni inaspettate”.
Da mero strumento di registrazione della realtà, la fotografia divenne un mezzo per la rappresentazione dinamica di costruzioni intellettuali.
Egli era convinto del potenziale innovativo di questo strumento: "Inaudite possibilità si sono aperte. Immagini su differenti livelli, quella raffinatezza che il fotomontaggio ha raggiunto ... Transizioni che vanno dall'immagine intera alla linea più sottile.
Contraddizioni nella prospettiva. Contrasti nella luce. Contrasti nelle forme. Vedute impossibili da realizzare con il disegno e la pittura. Scorci che deformano gli oggetti in maniera esagerata, una ruvida manipolazione della materia. Completamente nuovo, momenti mai visti prima nei movimenti umani, animali o meccanici ..." Rodčenko trasformò così la fotografia documentaria in arte. Le sue innovazioni influirono enormemente sulle generazioni successive.
Certamente egli introdusse i principi dell'ideologia costruttivista nella fotografia sviluppando metodiche e strumenti per la sua applicazione.
Il "Metodo Rodčenko", che comprendeva il ricorso a composizioni diagonali, sfocati progressivi, inversioni orientative, si trasformò col tempo in un repertorio di "figure retoriche" a disposizione di quegli artisti che, attraverso l'adesione al linguaggio costruttivista, credevano nella possibilità di una trasformazione migliorativa del
mondo e della civiltà. Ma questo era inevitabile, considerata la sua convinzione circa il ruolo dell’arte e degli artisti nella costruzione di un nuovo stile di vita per il popolo russo.
Nel 1928, con l'affermarsi di una nuova burocrazia culturale imposta da Stalin che discreditava il pensiero liberale, l'arte di Rodčenko venne accusata di formalismo borghese e dal 1932 si dedicò prevalentemente al reportage (parate sulla Piazza Rossa e servizi commissionati da giornali statali). Rodčenko, comunista convinto, era vittima dello stesso sistema che aveva contribuito a costruire e appoggiato.
Negli anni '30 ritorna alla pittura, nel 1942 cessa di fotografare, continuando ad organizzare mostre fotografiche per il governo. Muore a Mosca nel 1956.
La mostra è promossa dall’Azienda Speciale Villa Manin e dalla Regione Friuli Venezia Giulia in collaborazione con la Fondazione CRUP.
Le mostre sono accompagnate da due preziosi cataloghi Skira
1910 - 1930 AVANGUARDIA RUSSA A VILLA MANIN 7 marzo - 28 giugno 2015
Villa Manin (Passariano di Codroipo) 0432- 821211 www.villamanin.it Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
ORARI DI APERTURA:dal martedì a domenica: 10-19 - chiuso lunedì -apertura straordinaria lunedì di Pasquetta
INGRESSI:intero € 10,00 -ridotto € 8,00 -ridotto gruppi € 5,00
Servizio di audioguida (italiano, inglese) compreso nel biglietto.Biglietti acquistabili fino a 45 minuti prima della chiusura del la mostra