L’ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI BOLOGNA APRE L’A.A.2017/18 E INAUGURA LA NUOVA MOSTRA DEL SUO PATRIMONIO SCULTOREO: DA BERNINI A CANOVA FINO AL ’900 DI GHERMANDI
marzo 2018 - L’Accademia di Belle Arti di Bologna inaugura ufficialmente l’anno 2017/2018 con una lectio magistralis dello storico dell’arte Andrea Emiliani. E presenta, in questa occasione, il nuovo allestimento degli spazi sopraelevati del coretto dell’Aula Magna, che diventano d’ora in poi sede espositiva permanente aperta al pubblico: in mostra un percorso che per la prima volta riorganizza e restituisce alla città il prezioso patrimonio di statue, busti, gessi, bassorilievi dell’Accademia, con opere che vanno dal Bernini al Canova, dalla scultura neoclassica 700esca bolognese fino a maestri del ’900 come Drei, Minguzzi, Ghermandi. Un’importante collezione d’arte, ordinata e ricollocata inoltre in una sede che permette ai visitatori la vista dall’alto del suggestivo spazio architettonico dell’Aula Magna (ex chiesa di Sant’Ignazio, opera di Alfonso Torreggiani).
L’Anno accademico si apre dunque nel segno della valorizzazione del passato, ma, al tempo stesso, di uno sguardo rivolto al futuro. Tradizione e innovazione: saranno presentati infatti anche il nuovo marchio e la nuova identità visiva dell’Accademia, frutto di un concorso a inviti riservato a sei ex studenti Ababo diplomati in Design grafico, che ha visto vincitore il progetto di Giacomo Nanni.
MUSEO SOPRAELEVATO
Il nuovo allestimento e la mostra aperta al pubblico nel coretto dell’Aula Magna sono l’esito finale di un lungo lavoro condotto dalla Scuola di Restauro dell’Accademia, sotto la guida dei docenti Augusto Giuffredi e Alfonso Panzetta, in collaborazione con Miriam Ricci. Obiettivo: recuperare, studiare e mettere in sicurezza attraverso la catalogazione, restituire e rendere fruibile ai cittadini il notevole patrimonio plastico e lapideo dell’Accademia. Il lavoro di ricognizione ha “riportato alla luce” e organizzato in un percorso coerente opere di grande pregio e interesse. Tra i lavori esposti, per fare solo qualche esempio, un modello in legno e terracotta della Fontana dei quattro fiumi realizzato da Gian Lorenzo Bernini e i due gessi donati da Antonio Canova all’Accademia, un ritratto di Napoleone e una “Maddalena penitente”. Lo stesso Canova è a sua volta effigiato in un busto ad opera di Raffaele Monti. Il neoclassicismo e il ’700 bolognese sono del resto ampiamente rappresentati, nel percorso dell’Aula Magna, da opere come il gesso dedicato alla “Morte di Lucrezia” di Giacomo De Maria, da una ricca raccolta di bassorilievi e dalle tre celebri statue anatomiche lignee degli “Spellati” di Ercole Lelli. Il percorso tra le sculture prosegue poi nell’800 con il bozzetto per il monumento di Vittorio Emanuele II di Salvino Salvini, con il “Fauno” di Carlo Monari e altri lavori. Per approdare infine al ’900, con lavori di grande valore come il modello originale per un “Monumento agli operai caduti” di Ercole Drei (parte del complesso della fontana che si trovava davanti alla stazione ferroviaria di Bologna fino ai bombardamenti della Seconda guerra mondiale) e poi opere di suoi illustri allievi quali Luciano Minguzzi (un bassorilievo raffigurante San Domenico) e un inedito giovane Quinto Ghermandi.