BELLO TOSTO MIGLIOR RETAIL IDENTITY 2017
dicembre 2017 - L’edizione 2017 del prestigioso premio nazionale per la pubblicità Mediastars, riservato ai professionisti della comunicazione, si chiude con un risultato ancora una volta lusinghiero per Spazio Vision. L’agenzia con sede a Milano e a Ragusa, è stata premiata per il progetto Bello Tosto, nuova idea di fast food dove si esalta l’arte di preparare mega toast gourmet con ingredienti DOP, IGP e presidi slowfood espressione delle eccellenze territoriali italiane.
Il format riceve ben sette premi, fra i quali quello per la miglior retail identity e per la corporate, oltre alla Special Star a Gianni Portelli, creative director dell’agenzia: “Bello Tosto è un progetto piuttosto complesso, che ci ha impegnato per quasi due anni. Naturalmente un’opera di questo tipo non può essere merito di una sola persona, per questo mi corre l’obbligo di citare quanti hanno lavorato guardando con caparbietà al risultato, a partire da Cappello Group s.p.a. che ha creduto nel progetto e con la pionieristica visione di sempre si è tuffato in questa nuova avventura. Ivana Cappello founder di Spazio Vision, l’architetto Giovanni Musica di MGA lab, con il quale abbiamo condiviso un percorso di sinergie che si è tradotto nel layout del primo store Bello Tosto, realizzato a pochi passi da piazza Duomo a Milano. Paola Bogataj chef engineer del format, Carlo Giunta, producer per la fotografia, che fra l’altro riceve il premio per la digital image nella campagna di lancio Amazing Experience, con lui già in passato ho condiviso altri importanti riconoscimenti, Francesca Lovatelli Caetani, ufficio stampa, e preziosa cassa di risonanza”.
Ivana Cappello, founder e amministratore di Spazio Vision, sottolinea quanto sia necessario trovare il giusto punto d’equilibrio fra creatività e managerialità in un progetto come Bello Tosto. “Talvolta è proprio ciò che appare più semplice a celare la quantità maggiore di insidie. Abbiamo lavorato prendendo in considerazione ogni aspetto: dagli elementi legati alla sfera della comunicazione ai complessi problemi di budget, food cost, logistica mantenendo l’idea di qualità che ci eravamo prefissi. Per fare in modo che un buon progetto sia sostenibile è sempre necessario che i conti tornino. Vedere riconosciuta la bontà del lavoro da una giuria così prestigiosa ci rende felici, tanto quanto constatare l’apprezzamento del pubblico che sceglie ogni giorno Bello Tosto”.
Giorgio Cappello, CEO di Cappello Group s.p.a. traccia le linee guida sul futuro a sei mesi dall’apertura del primo store milanese: “ancora una volta entriamo in un mondo fuori dal nostro core business. Dal trattamento dei metalli alla green energy e oggi al food. In oltre cinquant’anni il gruppo si è imposto di mantenere alta l’attenzione su ogni possibilità offerta dal mercato. Questo ci ha obbligato ad un continuo ampliamento delle nostre competenze, una caratteristica che ci ha resi flessibili e forti nel tempo. Bello Tosto declina nel food la filosofia del gruppo Cappello: esprimere qualità per posizionarsi al meglio. Con questa visione continueremo il percorso di espansione del format”.
L’icona “trendy” del toast coi baffi è il logo premiato dalla giuria di Mediastars. Un’idea che ha proiettato il format verso un’immediata riconoscibilità. “L’importanza di individuare un marchio efficace è un vantaggio competitivo indiscutibile –ribadisce Gianni Portelli-. Per fare questo diventa essenziale capire il posizionamento del prodotto rispetto al mercato. Un errore ricorrente è proprio quello di non attribuire il giusto peso a questo aspetto della comunicazione. Mi chiedono spesso se vi sia una regola generale. In realtà è corretto dire che vi sono regole tecniche da non trascurare: la scelta dei colori, il lettering, l’adattabilità del logo in modo che quest’ultimo risulti efficace e riconoscibile ogni volta che lo si utilizza. Chi nel creare un logo si pone dalla parte dell’osservatore di sicuro ha cominciato nel modo migliore. Nel caso specifico il nome è il logo di Bello Tosto sono figli di una storia abbastanza singolare, un giorno magari avremo modo di raccontarla”.