Il 20 e 21 febbraio 2020 a Bologna il Forum internazionale Packaging Speaks Green

 

12 febbraio 2020 La sostenibilità della produzione industriale, a cominciare dal packaging, sarà il tema caldo del Forum internazionale Packaging Speaks Green, in programma il 20 e 21 febbraio a Bologna (Sala Congressi FICO Eataly World), organizzato da Ucima e Fondazione FICO per favorire l’incontro e il confronto fra istituzioni, industrie e mondo accademico in tema di B2B e sviluppo sostenibile. Una questione ormai prioritaria per consumatori, aziende e istituzioni, nella consapevolezza della necessità di ridurre l’impatto ambientale della filiera produttiva. Il packaging, in particolare, è diventato emblema di questa attenzione ma non può essere il solo elemento da mettere in campo per la riduzione dell’impatto ambientale. Per questo il Forum offrirà una panoramica esaustiva intorno ai molteplici aspetti di una produzione industriale auspicabilmente sempre più “green”, integrata da una vetrina di best practices internazionali.

Al centro di Packaging Speaks Green ci saranno gli esempi virtuosi delle aziende leader a livello globale: come Coca-Cola, Fater (JV: P&G, Angelini), Massimo Zanetti Beverages, Amazon, Coop chiamate a trattare il tema della attività sostenibili industriali per creare valore e condividerlo con tutti gli stakeholder. In particolare, Clay Dockery (Division Vice President, Corporate Brands di Massimo Zanetti Beverages); Roman Manthey (Global Supply Chain Engineering & Infrastructure Director Coca-Cola Bottling Investment Group); Joseph Rake (Senior Packaging Manager di Amazon); Chiara Faenza (Responsible for sustainability and values innovation di Coop); Enrico Dolce (Product Development & Sales Manager di Fater -JV: P&G, Angelini); Giacomo Canali (Packaging Research Manager di Barilla) e Bill Smith (Director of Brands di Top Friendly Markets). Mentre Tim Letts, Deputy Director Climate and Energy di WWF, presenterà il lavoro che il World Wildlife Found sta svolgendo insieme alle aziende per stabilire e raggiungere obiettivi legati alla sostenibilità, in particolare in merito allo sviluppo di modelli di business a basse emissioni che vadano di pari passo con la crescita economica dei brand. Packaging Speaks Green vuole infatti focalizzare l’attenzione anche sulla necessità di implementare la diffusione delle soluzioni green, presentando le tendenze di consumo e la normazione a livello globale grazie all’intervento di interlocutori scientifici e istituzionali internazionali. E in tema di green economy si preannuncia rilevante anche l’intervento di Rosa Rollee, Team Leader per la FAO della “Food Losses and waste technical team, nutrition and food systems division”.

Il Forum sarà anche occasione per la presentazione di molti dati inediti: il tema delle tendenze di consumo sarà illustrato da Silvia Zucconi (Market Intelligence Manager di Nomisma), attraverso l’indagine elaborata dall’Osservatorio Packaging del Largo Consumo sulla sostenibilità nelle scelte di acquisto; dopo di lei interverranno Nicola De Carne (Retailer Client Business Partner di Nielsen); Paolo Spranzi (Associate Partner di McKinsey).

In tema di legislazione e società sarà affidato a rappresentanti istituzionali europei, indiani, americani e australiani l’approfondimento del quadro normativo e di consumo di ogni singola area territoriale. Fra i relatori Roberto Ferrigno (Founder and Director Lunina Consult); Nerida Kelton (Executive Director dell’AIP, l’Australian Institute of Packaging) e Sanjay Kr. Chattopadhyay (Director di IIP l’Indian Institute of Packaging). Ad arricchire il dibattito anche Sudhir Mishra (Founder & Managing Partner, Trust Legal Advocates & Consultants), tra i maggiori esperti di sostenibilità per l’area asiatica. A chiudere il quadro delle istituzioni sarà Johannes Bergmair, Secretary General alla WPO -World Packaging Organisation.

Il futuro del packaging sostenibile è ora: su questo concetto si baserà l’ultimo approfondimento del Forum che si concentrerà sui materiali e sulle tecnologie green. Paola Fabbri, Associate Professor Department of Civil, Chemical, Environmental, and Materials Engineering dell’Università di Bologna e a seguire Alessandro Manzardo, Co-founder di SPINLIFE dell’Università di Padova introdurranno la sezione partendo dai “falsi miti” per poi dare spazio ad un panel che coinvolge Marco Versari, Head of Institutional Relations di Novamont; Carlos Trubacz, Strategic Marketing Manager di Amcor; Håkan Pettersson, Business Segment Director di BillerudKorsnäs; Mariagiovanna Vetere, Global Public Affairs Director di NatureWorks e Braskem Netherlands BV. Di end of line parleranno invece Laure Cucuron, General Manager European office di TerraCycle, Carlo Andriolo, CEO di Aliplast e Gianluca Valentini, General manager Herambiente.

«La sostenibilità è un obiettivo che viaggia su filiera lunga, dalla produzione agroalimentare alle nostre case - spiega il presidente di Fondazione FICO, l’agroeconomista Andrea Segrè - Alla luce dei dati Nomisma il 98% dei cittadini sa che i piccoli gesti quotidiani di ciascuno possono incidere sulla salute del pianeta e 1 italiano su 2 si dichiara sensibile all’impatto ambientale del pack. Per la realizzazione di un’economia circolare reale, tuttavia, ogni passaggio va coerentemente monitorato: dalle politiche e dalle azioni per la produzione agroalimentare sostenibile alla sensibilizzazione dei cittadini, in modo che le loro scelte alimentari aiutino a ridurre l’impatto ambientale di filiera e a prevenire gli sprechi. D’altra parte il Rapporto Waste Watcher 2020 ci conferma che cibo e salute sono il binomio strettamente “attenzionato” dagli italiani: il 66% degli italiani oggi individua una connessione precisa fra spreco alimentare, salute dell’ambiente e dell’uomo, e al momento di acquistare il cibo l’attenzione all’impatto sulla salute incide in maniera determinante per 1 italiano su 3, il 36%».

«All’Italia serve un piano “Industria Green”, sulla falsa riga di quanto realizzato per “Industry 4.0”, e la filiera del packaging Made in Italy, in quanto leader mondiale e antesignana nello sviluppo di soluzioni sostenibili, ha tutte le caratteristiche per ambire a essere il motore e la guida di una trasformazione verde di materiali e tecnologie di confezionamento su scala internazionale» sostiene Enrico Aureli, Presidente di Ucima.

«Come Fondazione FICO siamo felici di contribuire alla realizzazione di questo importante evento in collaborazione con UCIMA – dichiara il Segretario Generale Alessandro Bonfiglioli - Tutta la nostra attività è indirizzata alla diffusione e divulgazione di buone pratiche sul tema della sostenibilità, oltre che all'alimentazione, e riteniamo che il packaging sia oggi una delle frontiere di maggiore impatto ambientale e che meriti quindi la massima attenzione in primis da parte degli operatori di filiera a cui si rivolge il Forum Internazionale che annunciamo oggi».

I dati dell’indagine NOMISMA dell’Osservatorio Packaging del Largo Consumo, dedicati alle tendenze in tema di acquisto e consumo sostenibile, sono stati presentati in anteprima a Milano, in vista del Forum Internazionale sulla sostenibilità della produzione industriale promosso da UCIMA e Fondazione Fico, in programma il 20 e 21 febbraio a Bologna - Eataly World con la partecipazione di aziende e retailer internazionali, da Amazon a Coop, da Coca Cola a P&G.

Gli italiani prestano attenzione al packaging dei prodotti che acquistano e chiedono ad imprese e retailer maggiore impegno per garantire una svolta green. Lo testimoniamo i dati dell’Osservatorio Packaging del Largo Consumo attivato da Nomisma in collaborazione con Spinlife, con il Rapporto 2020 monitorato in vista del Forum Internazionale “Packaging speaks green” organizzato da UCIMA e Fondazione FICO, in programma giovedì 20 e venerdì 21 febbraio a Bologna nell’Auditorium di FICO Eataly World. L’impatto ambientale del pack è fattore che influenza il 46% dei consumatori nella scelta dei prodotti per la persona e la casa, il 43% nella scelta dei prodotti alimentari. Il 48% dichiara di aver smesso di acquistare prodotti che presentavano eccesso di imballaggi, il 22% di aver ridotto l’acquisto di prodotti con imballaggio in plastica, il 23% di aver aumentato l’acquisto di prodotti sfusi. I consumatori cercano pack più sostenibili, ma il 41% non è disposto a pagare di più e a questi si aggiunge un ulteriore 26% che dichiara una disponibilità molto bassa a sostenere un differenziale (che nella pratica rischia verosimilmente di azzerarsi). Questo perché per il 99% dei consumatori è un dovere dell’industria e dei retailer produrre un impegno a proporre packaging a minor impatto ambientale.

L’attenzione verso la sostenibilità del packaging si inserisce in un quadro generale di mutata sensibilità nei confronti della dell’ambiente. Infatti, se in ambito food & beverage è la qualità del prodotto (intesa come origine delle materie prime, presenza di certificazioni …) a rappresentare ancora il driver di acquisto principale (indicato dal 44% dei responsabili acquisti), la sostenibilità del prodotto (prodotti eco-friendly, a basso impatto ambientale …) rappresenta oggi il secondo fattore (36% delle indicazioni).

Ma quali sono gli attributi che per il consumatore rendono sostenibile un prodotto? Essere biologico (42% dei responsabili acquisto individua il marchio bio come principale espressione di sostenibilità), avere una confezione fatta con materiali riciclati o a basso impatto ambientale (37%), derivare da un processo produttivo che utilizza fonti rinnovabili (31%) o con basso consumo di energia/acqua (18%), che garantisce il giusto reddito a chi lo produce (24%).

Mentre quando si pensa ad un pack sostenibile i consumatori pensano ad una confezione fatta con materiali degradabili (56%) o riutilizzabili (39%).

Sul piano dei materiali, per il food il materiale più rispettoso dell’ambiente è la carta (indicata dal 47% dei responsabili acquisto). Per la categoria bevande nell’immaginario del consumatore sono vetro e cartone/brick a rappresentare i materiali più sostenibili (citati rispettivamente dal 64% e 26%), la plastica è in coda (4%). Dove gli italiani cercano un pack più sostenibile? Soprattutto acqua per 1 italiano su 3 (29%), frutta e verdura fresche per 1 consumatore su 5 (20%), seguono biscotti/merendine, bevande gassate, legumi in scatola e latte. Questi i principali riscontri che emergono dall’Osservatorio Packaging del Largo Consumo di Nomisma: in aggiunta la necessità di informazioni chiare per acquisire gli elementi di consapevolezza che contribuiscono a realizzare scelte di acquisto consapevoli in relazione al packaging.

La sostenibilità entra infatti nelle priorità degli italiani ed è plebiscitaria la consapevolezza che piccole azioni quotidiane da parte di tutti siano necessarie per salvaguardare l’ambiente, lo dichiara il 98% degli italiani. Le azioni praticate più spesso dagli italiani? Svetta la raccolta differenziata, praticata da ben l’83%, segue la riduzione dei consumi energetici (78%) e idrici (77%), limitare l’acquisto o l’utilizzo di bottiglie di plastica (41%), preferire trasporti sostenibili (38%).

Social (34%) e programmi in Tv (32%) sono un punto di riferimento per acquisire più informazioni, altrettanto importanti le campagne di sensibilizzazione – indicate dal 32% degli italiani. Contano anche i testimonial internazionali, da Greta Thunberg a Leonardo Di Caprio (29%).

La comunicazione è certamente un’area di lavoro: per sensibilizzare il consumatore nelle scelte di pack sostenibili occorre semplificare il trasferimento delle informazioni lavorando su quanto riportato in etichetta – claim, immagini,testi, … Le stesse imprese che producono a marca del distributore per le principali insegne italiane (60%) al fine di misurare e comunicare l’impatto ambientale del packaging valutano efficace e funzionale riportare in etichetta un rating che misuri la sostenibilità del packaging.

On top rispetto ai fattori di preoccupazione degli italiani: il 96% degli italiani è preoccupato per il suo impatto sull’ambiente. L’ambiente, oggi, è in cima alle preoccupazioni degli italiani per il 37% degli intervistati: 1 su 3 - dichiara che è su questa priorità che dovrebbe concentrarsi l’azione del governo nazionale e delle istituzioni internazionali, mentre per il 67% l’ambiente diventerà preoccupazione dominante nel 2050. La preoccupazione per l’ambiente, in prospettiva, supera quella per la disoccupazione che oggi è in testa alle priorità di intervento per il 56%, seguita da tasse e fiscalità, settore di azione prioritario per il 39% degli intervistati. E in tema di ambiente, è il cambiamento climatico l’aspetto più preoccupante per gli italiani (56% delle risposte multiple), seguito dall’inquinamento delle acque (54%). Più di 1 italiano su 2 è interessato al tema della sostenibilità e 1 italiano su 3 (32%) sostiene di conoscere bene l’argomento, un dato che dal 2018 al 2019 è cresciuto del 10%. La sostenibilità è una moda per 4 italiani su 10 (41%), un tema sentito per il 47%.

PACKAGING SPEAKS GREEN

Bologna, giovedì 20/venerdì 21 febbraio

FICO Eataly World, Sala Congressi

Info e aggiornamenti di programma: https://packagingspeaksgreen.com