Vini Garbole: per l’AIS un simbolo di eccellenza della tradizione enologica veneta


novembre 2019 - Da venerdì 22 a domenica 24 Novembre, il Palaexpo di Verona è stato sede del 53° Congresso Nazionale dell’AIS, raggruppando esperti e intenditori nella caratteristica città veneta. Ad attenderli c’erano le eccellenze enoiche del panorama nazionale, tra le quali non poteva mancare l’azienda Garbole con i suoi vini di punta. Dopo aver ricevuto dall’AIS il massimo dei voti con le “4 viti” per l’Hatteso 2009, un amarone della Valpolicella riserva DOCG, l’eccellente realtà veronese ha ottenuto il riconoscimento all’interno dell’edizione 2020 di Vinetia – Guida ai Vini del Veneto, presentata lo scorso venerdì all’apertura del congresso.

Nella giornata di domenica, Garbole e i suoi vini erano presenti all’interno dell’area degustazione a rappresentare i migliori vini della produzione regionale veneta: si è trattato di una speciale selezione di 100 aziende e 300 vini, che ha permesso a tutti i wine lovers di avere una panoramica completa della produzione territoriale, secondo il parere dei degustatori ufficiali dell’Associazione Italiana Sommelier. Così, le quattro etichette di Garbole, entrate nel gotha dei vini d’Italia durante il Merano Wine Festival dove hanno ricevuto tre medaglie d’oro e una di platino proprio con l’Hatteso, hanno avuto la possibilità di raccontare sorso dopo sorso la loro storia, la loro qualità e la loro equilibrata struttura.

Un percorso di crescita continua che non sembra avere punti d’arrivo, ma tappe continue: il 28 e il 29 Novembre, infatti, l’Hatteso 2010 e l’Hurlo 2011 – la massima espressione della filosofia enoica di Garbole, ottenuto attraverso l’appassimento dell’uva corvina e di altre quattro uve autoctone veronesi – volano a Hong Kong, in occasione del Great Wines of Italy, dopo essere stati scelti da James Suckling, punto di riferimento della critica enologica americana.

Garbole wine Experience
Nata tra le marogne della Valle d’Illasi, estensione orientale eletta “cru” della Valpolicella, la cantina nasce con lo specifico obiettivo di produrre grandi vini rossi in grado di raccontare emozioni in maniera rispettosa ed istintiva in sinergia con un territorio grandioso. I protagonisti sono due fratelli vignaioli pionieri, coraggiosi, bramosi di riscrivere la loro storia cambiando radicalmente mestiere e vita per realizzare i loro sogni. Dal 1994 Ettore e Filippo Finetto hanno riversato i loro sforzi nella vitivinicoltura con l’intento di creare prodotti unici che fossero specchio delle loro identità, liberi di esprimere la verità senza condizionamenti. Il risultato sono vini unici, di carattere, che vanno perfino oltre le valutazioni oggettive delle degustazioni scientifiche. Vini che vanno apprezzati lasciandosi trasportate dal puro piacere sensoriale.

La Valpolicella e la Valle d’Illasi
Il rischio di credere che questo approccio metta in secondo piano il territorio è scongiurato immediatamente: l’azienda nasce nel segno del più profondo rispetto verso la Valpolicella e specificamente delle caratteristiche uniche della Valle d’Illasi, ereditando il proprio nome dalla località dove la cantina sorge. È un atto d’amore verso madre terra anche la scelta di non produrre Valpolicella Ripasso e Superiore perché considerate dai fratelli Finetto denominazioni inadeguate e non descrittive delle potenzialità delle loro uve.
La Valpolicella si trova a nord di Verona. Il suo territorio confina a ovest con il Lago di Garda, a nord est è dominata dai Monti Lessini. Si estende nella fascia collinare ai piedi delle Prealpi veronesi, incluse a loro volta nel gruppo delle Alpi Orientali. Il paesaggio della Valpolicella è prevalentemente collinare, sviluppato da nord verso sud, con una distesa pressoché a perdita d’occhio di vigneti e olivi. Le vigne aziendali risiedono nella parte est della denominazione tra Tregnago e Cazzano di Tramigna in Valle d’Illasi, trovando un territorio di matrice alluvionale nel primo comune e un terreno vulcanico nel secondo.

I Vini
L’utilizzo dell’H come prefisso nasce dal desiderio di raccontare il silenzio, richiamo sottile e ironico al desiderio di assentarsi da quelli che sono i filtri di una degustazione scientifica.
HELETTO ROSSO VENETO: frutto del taglio classico con una maggioranza di corvina, Heletto si pone come prodotto di assoluta classe nella produzione Veronese in Valpolicella. Creato in seguito ad un appassimento delle uve di circa un mese, il vino danza a metà tra quella che è la componente morbida ottenuta dalla concentrazione degli acini, e la componente più fresca e salina conferita dal territorio. Le rese basse, la maturazione per sei anni in botti di legno nuovo e l’anno di affinamento in bottiglia, impreziosiscono il nettare trasformandolo in un vino di grande eleganza, struttura e godibilità.
HATTESO AMARONE DELLA VALPOLICELLA RISERVA: il re dei rossi veneti nel suo abito più regale. Frutto di una selezione certosina di corvina e corvinone, l’Amarone di Garbole è un’esperienza sensoriale: allo sguardo appare profondo, cupo e tetro, pur possedendo cuore dolce, ammaliante e consolatorio; un vino dalla duplice personalità in perfetto equilibrio. Nato da un appassimento superiore ai 3 mesi cresce in legno per 72 mesi e si sviluppa in bottiglia per almeno un anno. La potenza dell’assaggio è disarmante, allungata da una struttura imponente che rende il sorso lungo e indimenticabile.
RECIOTO DELLA VALPOLICELLA HESTREMO: il vino primordiale della Valpolicella, il papà dell’Amarone, il tradizionale vino da festa veronese. L’Hestremo è custode della propria storia e si fa portavoce della stessa, un passito dolce di grande finezza e complessità, capace di evocare sensazioni lontane tra loro e riassumerle ogni sorso in una chiave differente. Recioto prodotto da una lunghissima disidratazione delle uve che arriva a toccare i cinque mesi con una successiva maturazione di almeno tre anni ma solitamente sono 5/6 anni a cui va aggiunta una sosta di un anno in bottiglia. Il risultato è quello di un vino denso, pieno, zuccherino, caratteristiche sbandierate con orgoglio da quello che potrebbe essere degno ambasciatore di una tipologia ingiustamente lasciata da parte.
HURLO: il vino del mistero, frutto del lungo lavoro costante dei due proprietari. Nato per essere sintesi dello spirito di Filippo ed Ettore, trascende da ogni tecnicismo sia agronomico, sia enologico, sia degustativo diventando emblema della libertà e del “qui e ora”. All’Hurlo stanno strette le classificazioni, le critiche e i racconti, è un vino concepito per rappresentare il pensiero e i desideri dei fratelli Finetto. Così si pone la libertà al cliente che solo durante la degustazione potrà sperimentare l’essenza profonda di un vino che più che essere una bevanda, è l’anima stessa di Garbole. www.garbole.it